13 luglio 2017 - Il dibattito presso la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti sul sistema brevettuale USA: breve relazione e commento dall’altro lato dell’Oceano Atlantico

La sottocommissione della Camera per tribunali, proprietà intellettuale e Internet ha tenuto un’audizione su “L’impatto di brevetti scadenti sulle imprese americane”, focalizzato in particolare sull’industria del software ed i cosiddetti patent troll (aziende, generalmente non attive industrialmente, che azionano propri brevetti contro terzi). Sono state ascoltate le testimonianze di Mr. Thomas Lee (Mapbox), del Giudice Paul R. Michel, di Mr. Sean Reilly (la Clearing House Pagamenti Company L.L.C.) e di Ms. Julie Samuels (Engine).

A nostro parere, sebbene concordiamo con alcune delle loro opinioni, specialmente sull’impatto negativo dei cosiddetti patent troll per la crescita economica di società innovative, i significati soggiacenti alle affermazioni di Mr. Lee, Mr. Reilly e Ms. Samuels sono tutti discutibili. Peraltro, la rilevanza delle loro affermazioni è dubbia ove si considerino le esperienze “partigiane” e conseguentemente limitate da cui nascono: Mapbox è un’azienda open source che non possiede brevetti, The Clearing House Payments Company L.L.C. è un’azienda che possiede pochi brevetti tutti relativi ai cosiddetti business method (metodi commerciali) e Engine è un’organizzazione supportata da centinaia di start-up negli USA che si dichiara per un Internet aperta e sostanzialmente contro l’IP (ad esempio, vedi l’articolo di Ms. Samuels Hacking the Patent System“).

Riteniamo che le oscillazioni ampie ed incontrollate del “pendolo” del sistema brevettuale statunitense concernente le invenzioni di software e di metodi commerciali, che negli ultimi decenni ha barcollato in modo imprevedibile tra il riconoscimento e la negazione dell’ammissibilità e la brevettabilità, saranno difficilmente attenuabili ascoltando opinioni radicali contrastanti.

Non è questo il caso della testimonianza acuta ed equilibrata del giudice Michel, ex giudice capo della Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Circuito Federale, con il quale concordiamo. In particolare, egli ha dichiarato che “la norma sull’ammissibilità sotto il regime Alice/Mayo è diventata altamente incerta ed imprevedibile. Ed i risultati sono stati tanto incoerenti quanto imprevedibili”. A questo proposito, il giudice Michel è del parere che, in Alice, la decisione della Corte suprema che ha ritenuto che “se una rivendicazione “è diretta a” un’idea astratta (qualunque cosa questa significhi) non è ammissibile nonostante rivendichi una “macchina”, che il Congresso esplicitamente ammette, sembra altamente inappropriata come un’evidente invasione delle prerogative Costituzionali del Ramo Legislativo” (durante l’audizione, il giudice Michel ha sollecitato un intervento del Congresso per chiarire la questione dell’ammissibilità e promuovere la formazione tecnica dei giudici). Inoltre, egli ha significativamente affermato che lo sforzo di eliminare brevetti non validi ha fatto sì che l’efficacia del sistema brevettuale sia diminuita o distrutta per la maggior parte dei proprietari che sono attori responsabili: “coloro che abusano possono essere puniti e dissuasi con mezzi chirurgici ed indebolire l’intero sistema è sicuramente non necessario né sensato”. Il giudice Michel ha continuato dicendo che i miti che la maggior parte dei brevetti azionati siano “scadenti”, che la maggior parte delle cause siano futili e che i tribunali siano non disposti od incapaci di risolvere il numero limitato di abusi effettivi del sistema brevettuale sono falsi. Egli ha saggiamente concluso che “se nell’interesse di combattere ulteriormente i pochi che abusano del sistema, smantelleremo ulteriormente il sistema stesso, il nostro paese commetterà un suicidio economico”.

I documenti delle testimonianze complete sono disponibili qui